“Noi teatranti portiamo sulla scena situazioni di vita,
e questo è un concetto che parte dal principio secondo il quale tutte le attività umane possono trovare una applicazione feconda nel teatro,
in effetti tutto è TEATRALIZZABILE.
Ciò che dobbiamo imparare è riuscire a portare nella vita ciò che,
facendo teatro, impariamo a “sentire amplificato” mentre siamo in scena.” Mariagiovanna Rosati Hansen
Il laboratorio teatrale è una strada un percorso.
All'inizio i passi sono incerti, si osserva, con aspettative ancora incomprensibili, la propria compagna, si cammina...
ma "insieme" sembra una parola vuota.
Si calpesta uno spazio,
le travi del palcoscenico,
pensando “non so perchè lo faccio” e
“poi guarda con chi lo sto facendo”.
Quindi arrivano le prime domande,
quelle con il punto interrogativo all'inizio:
"Come mi sento?"
" Cosa ho provato?"
E la camminata si fa più sicura più leggera,
conosce l'intenzione.
Si appropria dello spazio,
lo colora, lo descrive,
lo nutre con la partecipazione attiva.
Succede che un giorno si incontrano gli sguardi,
si cerchino le risposte negli occhi del gruppo
e allora
improvvisamente
cambia la domanda
“cosa devo fare per comunicare quello che provo ?”