Parlare di intercultura attraverso il gioco del Teatro. Questo l’obiettivo dell’intervento tenutosi presso la Scuola Primaria di Quincinetto, realizzato grazie alla collaborazione con l’associazione culturale “Dora in Poi”.
Il fare teatro è anzitutto relazione: con il proprio sé, quindi relazione con l’altro: tra attore e gruppo di attori, prima, tra attori e pubblico, poi.
É allenamento alla relazione. Guardare e ascoltare l’altro, accogliere le sue specifiche caratteristiche per metterle in dialogo creativo con le proprie.
Conoscersi per conoscere. Le dinamiche del teatro sono simili alle dinamiche che portano allo scambio tra culture.
Riconoscere nell'altro le differenze per poi comprenderle e valorizzarle... è esplorare mondi sconosciuti , varcare confini , ampliare orizzonti. Ecco allora il racconto la FIABA "IL PRINCIPE SERPENTE" teatro di figura e di attore per entrare in contatto con mondi lontani ma percorsi emotivi a noi molto vicini.
Se a qualcuno interessa la fiaba la può leggere...
antica fiaba Persiana
C'erano una volta un re ed un visir che erano amici da lunga data: entrambe le loro mogli aspettavano un bambino e decisero che se fossero nati un bambino e una bambina li avrebbero poi fidanzati e fatti sposare.
Ma quando nacquero, la moglie del re ebbe un serpente, mentre la moglie del visir una bellissima bambina.
La bambina e il serpente crebbero insieme, malgrado tutto: la bambina era contenta del suo amico, per lei non era un animale ripugnante.
Un giorno, erano ormai grandi, i due stavano giocando insieme quando di colpo la pelle del serpente cadde e venne fuori un bellissimo giovane.
Poco dopo il ragazzo riprese le sembianze del serpente.
Non visto, il re aveva assistito a tutto e decise di fare in modo che il figlio non diventasse più un serpente.
Quando il principe riprese la forma umana gli bruciò la pelle di serpente. Lui allora scomparve
Disperata, la ragazza non sapeva più a chi rivolgersi.
Un giorno incontrò una vecchia maga, che le disse:
- Il tuo amato è lontano da qui: dovrai consumare sette paia di scarpe per trovarlo!
La ragazza allora partì attraverso strade, boschi, deserti e il giorno in cui finì di consumare il settimo paio di scarpe arrivò vicino ad un castello cupo, incastrato su una montagna.
Fuori c'era un leone malconcio, che le chiese qualcosa da mangiare: lei gli diede l'ultimo pezzo di carne che le era rimasto.
Poi trovò delle formiche, che le chiesero di aiutarle a ricostruire il proprio formicaio: lei fece come le era stato chiesto. Infine, sulla porta del castello c'era la porta che scricchiolava e lei usò l'ultimo olio che aveva per oliarla.
Entrò nel castello, in cui viveva un genio malefico, che aveva imprigionato il suo principe.
Lo trovò incatenato e lo liberò. Ma il genio si buttò al loro inseguimento.
Urlò alla porta:- Chiuditi e non lasciarli uscire!
Ma la porta gli rispose: - Lei mi ha unto ed ha avuto cura di me, non posso non lasciarla uscire!
Allora disse alle formiche: - Pungeteli e fermateli!
Ma le formiche risposero: - Non possiamo: lei ci ha aiutato!
Per finire il genio urlò al leone: - Sbranali!
- No, non posso, lei mi ha dato da mangiare!
Il genio non poteva allontanarsi troppo dal castello e si disintegrò nell'aria.
La ragazza e il principe tornarono al loro Paese dove si sposarono e vissero felici e contenti.
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